lunedì 28 luglio 2014

Viaggio a Sant'Anna di Stazzema

Gita Sociale
a Sant'Anna di Stazzema e Borgo a Mozzano (Toscana)


Programma di viaggio:

30/08    Ore 7.00 partenza da Jesi in direzione Lucca. Sosta intermedia.

Ore 12.00 ca. arrivo a Lucca e pranzo in ristorante con menù turistico (Rigatoni al sugo toscano con ragù di  chianina e funghi, arista in bellavista steccata alla toscana, patate in ghiotta, dessert).

Ore 14 ca. Al termine del pranzo visita del Museo storico della Liberazione a Lucca.

Ore 16.00 ca. Al termine della visita, trasferimento a Sant’Anna di Stazzema per visitare il Museo storico della Resistenza. La visita guidata di circa 2 ore, comprende il racconto degli eventi del 12 agosto 1944, la visita alle sale espositive del museo e il percorso sui luoghi della memoria, la proiezione di un filmato che illustra la vicenda aggiornato agli sviluppi del processo di La Spezia del 2005, la visita al Monumento Ossario di Col di Cava (raggiungibile a piedi in 15 minuti mediante sentiero Via Crucis).

Ore 18.30 ca. trasferimento in hotel 3*** sup a Montecatini con trattamento di mezza pensione, bevande incluse (1/2 minerale+ 1/4 vino a cena). Cena in hotel e pernottamento.

31/08    Ore 7.30 Prima colazione in hotel.

            Ore 8.30 Trasferimento a Borgo a Mozzano per effettuare la visita guidata            delle Fortificazioni della Linea Gotica.

Ore 9.30 inizio della visita guidata al Museo della Memoria, alle Fortificazioni Loc. “Madonna di Mao”, al Muro  Anticarro, alle Fortificazioni Loc. “Anchiano” (spostamento con mezzo di trasporto).

Ore 12.00 Pranzo in ristorante

Ore 13.30 Visita della Fortificazione Monte dell’Elto- Domazzano (spostamento con mezzo di trasporto). Passeggiata panoramica (circa 15 minuti).

Ore 16.30 rientro e partenza per Jesi.
            Arrivo previsto per le ore 21 ca.


               Il costo previsto è di 145 euro a persona (con minimo 45 partecipanti -
                        euro 180 minimo 20 partecipanti).

               La quota comprende:
- Viaggio in pullman GT da Jesi (e dintorni) ai luoghi indicati nel programma
- 2 pranzi al ristorante e una cena al ristorante dell'hotel
- Ingressi e visite come da programma


Le iscrizioni si ricevono presso la sede ANMIG di Jesi (AN) – Cell. 338 4660619 e da Marco Cocciarini al 071 8853148



Preghiamo tutti i soci di coinvolgere in questa esperienza anche i non soci per coinvolgerli nei valori e nei luoghi della nostra Associazione.

venerdì 25 luglio 2014

Le "Liberazioni" di questo weekend

Care e cari tutti,
anche questo weekend sarà pieno di appuntamenti legati alle Celebrazioni per le Liberazioni. Vi segnalo in particolar modo:
VENERDI 25 LUGLIO 2014 CHIARAVALLE 17.30 presso il Chiostro dell' Abbazia
SABATO 26 LUGLIO 2014 OSTRA 10.30 Piazza dei Martiri
DOMENCICA 27 LUGLIO 2014 BELVEDERE O. 9.30 Piazzale Risorgimento



mercoledì 23 luglio 2014

PRESENTAZIONE DI “MARTIRIO” A “CASA CERVI” IN OCCASIONE DELLA “PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA

25 LUGLIO 2014

PRESENTAZIONE DI “MARTIRIO” A “CASA CERVI” IN OCCASIONE DELLA “PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA

Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese. Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura. 
L’Istituto Cervi rievoca quel clima di gioia a partire dall’episodio della storica pastasciutta di Campegine, riproponendo la stessa formula di ritrovo spontaneo e festoso. Per ricordare una data simbolica della nostra storia. 
Quando la pastasciutta era in bianco e le camice no…
La Sezione ANPI di Jesi, in collaborazione con il Comune di Jesi, la Coop Adriatica di Jesi, l’Unipol Assiadriatica di Jesi, La CGIL Camera del Lavoro di Jesi, la SPI Cgil di Jesi e la FIOM di Jesi ha organizzato un pullman per Gattatico (RE) il prossimo 25 luglio 2014 dove sarà presentato il libro “Martirio”. Nato dalla collaborazione dell’artista Carlo Cecchi e dello scrittore Vittorio Graziosi il libro ricorda l’eccidio di sette giovani partigiani avvenuto il 20 giugno 1944 in località Montecappone, alle porte di Jesi.
In serata, dopo la presentazione di “Martirio” verrà offerta a tutti i presenti  la ormai tradizionale “pastasciutta antifascista”, per ricordare quella offerta dalla famiglia Cervi il 25 luglio del 1943, per festeggiare la caduta di Mussolini.
Il viaggio verrà offerto gratuitamente ai ragazzi che hanno messo in scena “Sogno ricorrente”  e ai loro insegnanti lo scorso 20 giugno a Montecappone.

Al seguente link  è possibile trovare il programma completo della serata.

http://www.istitutocervi.it/2014/06/05/la-storica-pastasciutta-antifascista-di-casa-cervi-diventa-rete-nazionale/

sabato 12 luglio 2014

Viaggio a Casa Cervi 25 luglio 2014

La Sezione ANPI di Jesi, in collaborazione con il Comune di Jesi, la Coop Adriatica di Jesi, l’Unipol Assiadriatica di Jesi, La CGIL Camera del Lavoro di Jesi, la SPI Cgil di Jesi e la FIOM di Jesi organizza un pullman per Gattatico (RE) il prossimo 25 luglio 2014 dove sarà presentato a Casa Cervi il libro “Martirio”. Nato dalla collaborazione dell’artista Carlo Cecchi e dello scrittore Vittorio Graziosi il libro ricorda l’eccidio di sette giovani partigiani avvenuto il 20 giugno 1944 in località Montecappone, alle porte di Jesi.
In serata, dopo la presentazione di “Martirio” verrà offerta a tutti i presenti  la ormai tradizionale “pastasciutta antifascista”, per ricordare quella offerta dalla famiglia Cervi il 25 luglio del 1943, per festeggiare la caduta di Mussolini.
PROGRAMMA

Ore 13.30 Partenza da Jesi (dal parcheggio della COOP, si prega di parcheggiare le auto nel retro della COOP)
Ore 17.30 Visita al Museo Cervi
Ore 18.30 Presentazione “Martirio”
Ore 20.00 Pastasciutta antifascista
Ore 22.30 Partenza per il rientro

Si chiede di prenotarsi entro e non oltre domenica 20 luglio 2014 all’ANPI di Jesi anpijesi@gmail.com  Tel 340 2367345   (Daniele)

Il costo per i partecipanti sarà di 15 euro per gli adulti e 10 euro per i minorenni e 10 euro per gli accompagnatori dei ragazzi minorenni. La visita al museo Cervi è gratuita
La “pastasciutta” è gratuita

I più cordiali saluti


Per la Sezione ANPI di Jesi

Daniele Fancello

mercoledì 9 luglio 2014

Commemorazione Martiri di Via Cannuccia di Raffaella Santoni

Sono qui in qualità di portavoce dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, per portavi il saluto di tutta l’associazione. In questo breve saluto vorrei innanzitutto ringraziare i familiari delle vittime per essere qui e vorrei ricordare i nomi dei civili innocenti uccisi barbaramente il 26 aprile del 1944 dai nazisti-fascisti:

Carbonari Cesare 15 anni
Carbonari Mario 17 anni
Carbonari Nazzareno 44 anni
Carletti Umberto 21 anni
Nicoletti Domenico 57 anni
Nicoletti Luigi 18 anni

Credo che sia doveroso ricordare queste persone morte ingiustamente perché meritano la riconoscenza della collettività.
E’ importante considerare che l’eccidio di via Cannuccia si inserisce in un contesto di violenza più ampio: i nazisti in quel periodo stavano mettendo in atto dei rastrellamenti che hanno coinvolto le colline e i paesi intorno a Jesi. Attraverso gli eccidi, i nazisti hanno compiuto degli atti di terrorismo perché volevano provocare uno scollamento tra la popolazione e la campagna, la campagna che era diventata un luogo più sicuro delle città che venivano ripetutamente bombardate. I contadini ospitarono gli sfollati, in alcuni casi aiutarono le bande partigiane ma pagarono sulla loro pelle l’aiuto prestato.
Il lavoro di ricerca compiuto sull’eccidio di via Cannuccia è molto importante perché ci permette di ridare un senso a quanto accaduto; ci permette di fare luce sui i singoli eventi attraverso i quali è possibile conoscere in maniera più completa il quadro storico in cui si inseriscono. Vorremmo ringraziare per questo  Adelmo Calamante, la sua sensibilità e la sua disponibilità, che lo hanno portato alla ricerca di informazioni, documenti e testimonianze per ricostruire i fatti dell’eccidio, fatti che ci auguriamo possano essere presto sistematizzati per essere messi a disposizione di quanti vorranno conoscere e approfondire questa parte della storia locale.
Adelmo è un esempio per tutti noi: dovremmo imparare a respingere l’indifferenza, dovremmo imparare a essere custodi responsabili del passato del nostro Paese e quindi anche dei fatti che anche hanno visto come protagoniste le nostre città. Grazie al lavoro di ricerca di Adelmo oggi con più consapevolezza ricordiamo i morti i cui nomi sono scolpiti su questo cippo: non dimentichiamoci mai che dietro a questi nomi ci sono delle vite spezzate, delle famiglie straziate dal dolore e segnate per sempre.
Voglio anche ringraziare tutti voi, ragazzi, le vostre famiglie, i vostri professori per essere qui, in particolare Claudio Sbaffi. E’ una bellissima iniziativa questa a cui avete preso parte, ci auguriamo che diventi un appuntamento fisso che vada ad arricchire le celebrazioni del 25 aprile nella nostra città.
Vedere tanti giovani presenti a queste iniziative è per noi motivo di speranza e di stimolo a continuare a lavorare all’interno dell’ANPI che ritiene la memoria  un elemento fondamentale per sfidare e progettare il futuro.
Ricordatevi, ragazzi, che voi sarete i cittadini di domani e che siete tra le ultime nuove generazioni che possono avere la fortuna di ascoltare le testimonianze dirette di chi ha vissuto l’esperienza tragica della guerra, se avrete questa possibilità fate tesoro di ciò che vi verrà raccontato.
Vorrei concludere raccontandovi di un incontro fortuito che ho avuto il 25 aprile dello scorso anno.
Dopo le celebrazioni, nel pomeriggio mi recai al cimitero, al Famedio, e per caso incontrai un anziano partigiano della nostra sezione che vive a Fano. Ci trovammo insieme di fronte alle lapidi e iniziò a raccontarmi di quando era ragazzo e di che cosa faceva con i suoi amici, alcuni dei quali erano sepolti lì, eternamente giovani perché uccisi, perché diventati martiri. A un certo punto mi guardò e mi disse:
<<Nei momenti più duri durante la Resistenza non avevamo paura perché sapevamo che stavamo facendo la cosa giusta. Quando moriremo anche noi, nessuno si ricorderà di quello che è stato.>>
Era commosso e lo ero anche io, ci abbracciammo e io gli feci una promessa: che noi giovani dell’ANPI avremmo fatto di tutto per mantenere viva la memoria. Oggi, parlando a voi ragazzi, sento che sto facendo qualcosa di importante per rispettare quella promessa.
Mi raccomando non siate indifferenti alla storia del nostro Paese.

A tutti buon 25 Aprile

lunedì 7 luglio 2014

Ricordo di Remo Scaloni

Jesi 07-07-2014

La sezione ANPI di Jesi esprime grande dolore per la scomparsa del  partigiano Scaloni Remo.
Di Remo ricordiamo la grande generosità e il suo grande attaccamento ai suoi ideali di partigiano e di comunista, ai quali non ha mai rinunciato e per i quali, fino al suo ultimo giorno, ha chiesto di essere rispettato. 
Remo ci aveva aperto sempre la sua porta di casa e ci raccontava a lungo delle sue esperienze durante la Resistenza. Alcuni giorni fa, prima che la sua salute, purtroppo, peggiorasse, lo avevamo intervistato per raccogliere ancora una volta le sue testimonianze da tramandare ai giovani perché ne facciano tesoro. 
Remo credeva fermamente nei  valori della Resistenza e dell’ antifascismo e della sua esperienza di giovane partigiano raccontava a tutti quelli che avevano il privilegio e il piacere di conoscerlo e di ascoltarlo.   
Ha sempre creduto nelle nuove generazioni e il suo desiderio era quello di tramandare loro la sua eredità di valori.  
Ed è anche nel suo ricordo che la Sezione Anpi di Jesi porterà avanti tutte le iniziative che si andranno a organizzare, con particolare attenzione ai giovani proprio come avrebbe voluto Remo.

Daniele Fancello 


mercoledì 2 luglio 2014

Alcune proposte di riflessione del Comitato Direttivo dell'ANPI di Jesi

Lunedi 30 giugno 2014 si è riunito il Comitato Direttivo della Sezione di Jesi, i cui componenti hanno ritenuto importante proporre al Presidente Regionale, al Presidente Provinciale e ai Presidenti delle Sezioni della nostra associazione due questioni di attualità, su cui riflettere e impegnare l’ANPI:
La prima questione riguarda le recenti e per noi inaccettabili dichiarazioni di Giorgio Napolitano su Giorgio Almirante: «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato».
L’articolo intero lo potete trovare su questo link del “fatto quotidiano” :http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/giorgio-napolitano/
Conoscendo la storia di Almirante le parole di Napolitano sono inaccettabili e riteniamo che l’ANPI debba prendere una ferma posizione a tale riguardo. Ricordiamo che lo scorso 7 giugno in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della fondazione dell’ANPI, il nostro Presidente Nazionale Smuraglia ha ribadito l’importanza di combattere tutti i revisionismi e i tentativi di riscattare le figure dei fascisti. Ci addolora e preoccupa il fatto che a voler riabilitare personaggi di questo tipo sia proprio il Presidente della Repubblica. Questo ci deve spingere a mantenere altissima la nostra attenzione.
La seconda questione invece riguarda le recenti bombe al fosforo fatte brillare a poche miglia dal porto di Ancona. Questa vicenda riporta all’attualità tutti i problemi riguardanti le responsabilità di chi ha portato l’Italia in guerra nella ex Jugoslavia e ha lasciato che fossero scaricate bombe sia al fosforo che all’uranio impoverito nel mare Adriatico. Il Direttivo dell’ANPI di Jesi ritiene necessario che venga garantita l’incolumità dei cittadini e dell’ambiente. Chiediamo di tenere alta la guardia anche su questo tema
http://www.ansa.it/marche/notizie/2014/06/22/brillamento-bomba-fosforo-a-largo-ancona_770b2487-2c33-4e0f-8d23-62cf68939fa7.html
L’ANPI, custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita con la Resistenza a sconfiggere il totalitarismo, è ora la casa di tutti gli antifascisti appassionatamente e generosamente impegnati per la difesa e la piena attuazione della Carta Costituzionale, insostituibile dettato di diritti e democrazia. Concordiamo con le parole della scrittrice Dacia Maraini: “Mi iscrivo all’ANPI perché la Resistenza non sia solo memoria del passato ma esercizio del presente”
IL COMITATO DIRETTIVO DELLA SEZIONE ANPI DI JESI



I blog de IlFattoQuotidiano.it
Maso Notarianni
Giornalista
Se Napolitano riabilita Almirante. Ripassiamo un po’ di storia
di Maso Notarianni | 30 giugno 2014
Commenti (260)
Più informazioni su: Apologia del Fascismo, Augusto Pinochet, Fascismo, Giorgio Almirante,Giorgio Napolitano, Repubblica sociale.
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Dice il Presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza e che ha l’antifascismo come valore fondante, insomma per quanto possa sembrar strano stiamo parlando di Giorgio Napolitano: «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato».
Ripassiamo un po’ di storia.
Giorgio Almirante fu tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della razza e dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Giorgio Almirante fu arruolato, ed inviato a combattere nella Campagna del Nordafrica.
Dopo l’8 settembre, Almirante aderì alla costituzione della Repubblica Sociale Italianaarruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Il 30 aprile 1944 Almirante fu nominato capo gabinetto del ministero della Cultura Popolare presieduto da Fernando Mezzasoma. Divenne poi tenente della brigata nera, dipendente sempre dal Minculpop occupandosi della lotta contro i partigiani, in particolare nella Val d’Ossola e nel grossetano.
Il 10 aprile 1944, apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Rimase in clandestinità dal 25 aprile 1945 fino al settembre 1946, pur non essendo ufficialmente ricercato.
Partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme aPino Romualdi e Clemente Graziani nell’autunno del 1946. Il 5 maggio 1958 al termine di un comizio a Trieste, Almirante è denunciato dalla Questura per «Vilipendio degli Organi Costituzionali dello Stato».
Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di Spoleto Vincenzo De Franco chiede alla Camera dei Deputati l’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per i reati di “Pubblica Istigazione ad Attentato contro la Costituzione“ ed “Insurrezione Armata contro i Poteri dello Stato”. L’autorizzazione venne concessa il 3 luglio 1974 dalla Camera dei deputati, con la contrarietà del solo MSI. Il segretario missino aveva infatti affermato durante il congresso del partito, con chiaro riferimento ai regimi di Salazar, Papadopoulos e Franco: «I nostri giovani devono prepararsi all’attacco prima che altri lo facciano. Da esso devono conseguire risultati analoghi a quelli conquistati in altri paesi d’Europa quali il Portogallo, la Grecia e la Spagna».
Così, nel 1974 ne parla la questura di Roma: «Il dr. Giorgio Almirante, segretario della giunta esecutiva del Movimento Sociale italiano, già redattore capo di ‘Il Tevere’ e di ‘Difesa della razza”, capo Gabinetto del ministero della Cultura popolare della pseudo Repubblica di Salò, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le sue recenti manifestazioni politiche di esaltazione dell’infausto ventennio fascista e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche ai quali informa la sua attività, tendente a far rivivere istituzioni deleterie alle pubbliche libertà e alla dignità del paese».
Il terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra – reo confesso della strage di Peteano – racconta nel 1982 di un Almirante che procura 35.000 dollari al terrorista Carlo Cicuttini, dirigente del MSI friulano, coautore della strage e autore della telefonata trappola che portò i carabinieri alla autobomba, affinché modificasse la sua voce durante la sua latitanza in Spagna con un intervento alle corde vocali. Nel giugno del 1986, a seguito dell’emersione dei documenti che provavano il passaggio del denaro tramite una banca di Lugano, il Banco di Bilbao e il Banco Atlantico, Giorgio Almirante e l’avvocato goriziano Eno Pascoli vennero rinviati a giudizio per il reato di favoreggiamento aggravato verso i
due terroristi neofascisti. Pascoli verrà condannato per il fatto; Almirante invece, dopo un’iniziale condanna, si fece più volte scudo dell’immunità parlamentare anche per sottrarsi agli interrogatori fin quando si avvalse di un’amnistia grazie alla quale uscì definitivamente dal processo.
Ernesto De Marzio, capogruppo del MSI alla Camera ha raccontato di aver presenziato, nel 1970, ad un incontro tra Junio Valerio Borghese ed Almirante nel corso del quale quest’ultimo, alle richieste di adesione all’imminente colpo di stato avanzate da Borghese, avrebbe risposto: «Comandante, se parliamo di politica e tu sei dei nostri devi seguire le mie direttive: ma se il terreno si sposta sul campo militare allora saremo noi ad attenerci alle tue indicazioni».
L’ammiraglio Gino Birindelli, presidente del MSI dal 1972 al 1974 e precedentemente in contatto conOrdine Nero, racconta in un’intervista del 2005, e l’ex ministro La Russa che a quei tempi frequentava i “sanbabilini” dovrebbe ricordarselo, l’atteggiamento di copertura tenuto dal partito di Almirante nei confronti degli assassini dell’agente di poliziaAntonio Marino.
Per finire, ricordiamo le felicitazioni di Almirante ad Augusto Pinochet dopo il golpe contro Allende, per le quali fu pubblicamente ringraziato dallo stesso generale.
Forse Napolitano queste cose se le è scordate. Forse è troppo vecchio per fare il presidente di questa nostra Repubblica. Forse è il caso che si dimetta. O che qualcuno ne chieda la rimozione. Prima che se ne esca con la rivalutazione storica di Benito Mussolini: “Che quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.
Brillamento bomba fosforo a largo Ancona Ordigno, con altri 8, era stato rinvenuto in porto +CLICCA PER INGRANDIRE Redazione ANSAANCONA22 giugno 201417:37NEWS Archiviato in Armi da fuoco (ANSA) - ANCONA, 22 GIU - Si sono concluse alle 16 le operazioni di brillamento della prima bomba d'aereo al fosforo da 100 libre facente parte del gruppo di ordigni - altre 4 bombe al fosforo e 4 proiettili d'artiglieria - sganciati durante la guerra nei Balcani e rinvenuti nel porto di Ancona durante i lavori di ricognizione del fondale marino. Le operazioni si sono svolte su un pontone appositamente attrezzato per il brillamento della bomba e la successiva combustione del fosforo in completa sicurezza.