Lunedi 30 giugno 2014 si è riunito il Comitato Direttivo della Sezione di Jesi, i cui componenti hanno ritenuto importante proporre al Presidente Regionale, al Presidente Provinciale e ai Presidenti delle Sezioni della nostra associazione due questioni di attualità, su cui riflettere e impegnare l’ANPI:
La prima questione riguarda le recenti e per noi inaccettabili dichiarazioni di Giorgio Napolitano su Giorgio Almirante: «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato».
L’articolo intero lo potete trovare su questo link del “fatto quotidiano” :http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/giorgio-napolitano/
Conoscendo la storia di Almirante le parole di Napolitano sono inaccettabili e riteniamo che l’ANPI debba prendere una ferma posizione a tale riguardo. Ricordiamo che lo scorso 7 giugno in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della fondazione dell’ANPI, il nostro Presidente Nazionale Smuraglia ha ribadito l’importanza di combattere tutti i revisionismi e i tentativi di riscattare le figure dei fascisti. Ci addolora e preoccupa il fatto che a voler riabilitare personaggi di questo tipo sia proprio il Presidente della Repubblica. Questo ci deve spingere a mantenere altissima la nostra attenzione.
La seconda questione invece riguarda le recenti bombe al fosforo fatte brillare a poche miglia dal porto di Ancona. Questa vicenda riporta all’attualità tutti i problemi riguardanti le responsabilità di chi ha portato l’Italia in guerra nella ex Jugoslavia e ha lasciato che fossero scaricate bombe sia al fosforo che all’uranio impoverito nel mare Adriatico. Il Direttivo dell’ANPI di Jesi ritiene necessario che venga garantita l’incolumità dei cittadini e dell’ambiente. Chiediamo di tenere alta la guardia anche su questo tema
http://www.ansa.it/marche/notizie/2014/06/22/brillamento-bomba-fosforo-a-largo-ancona_770b2487-2c33-4e0f-8d23-62cf68939fa7.html
L’ANPI, custode della vicenda storica attraverso la quale l’Italia è riuscita con la Resistenza a sconfiggere il totalitarismo, è ora la casa di tutti gli antifascisti appassionatamente e generosamente impegnati per la difesa e la piena attuazione della Carta Costituzionale, insostituibile dettato di diritti e democrazia. Concordiamo con le parole della scrittrice Dacia Maraini: “Mi iscrivo all’ANPI perché la Resistenza non sia solo memoria del passato ma esercizio del presente”
IL COMITATO DIRETTIVO DELLA SEZIONE ANPI DI JESI
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Maso Notarianni
Giornalista
Se Napolitano riabilita Almirante. Ripassiamo un po’ di storia
di Maso Notarianni | 30 giugno 2014
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Dice il Presidente della Repubblica che è nata dalla Resistenza e che ha l’antifascismo come valore fondante, insomma per quanto possa sembrar strano stiamo parlando di Giorgio Napolitano: «Almirante ha avuto il merito di contrastare impulsi e comportamenti anti-parlamentari che tendevano periodicamente a emergere, dimostrando un convinto rispetto per le istituzioni repubblicane che in Parlamento si esprimeva attraverso uno stile oratorio efficace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni. È stato espressione di una generazione di leader che hanno saputo confrontarsi mantenendo un reciproco rispetto a dimostrazione di un superiore senso dello Stato».
Ripassiamo un po’ di storia.
Giorgio Almirante fu tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della razza e dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale Giorgio Almirante fu arruolato, ed inviato a combattere nella Campagna del Nordafrica.
Dopo l’8 settembre, Almirante aderì alla costituzione della Repubblica Sociale Italianaarruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Il 30 aprile 1944 Almirante fu nominato capo gabinetto del ministero della Cultura Popolare presieduto da Fernando Mezzasoma. Divenne poi tenente della brigata nera, dipendente sempre dal Minculpop occupandosi della lotta contro i partigiani, in particolare nella Val d’Ossola e nel grossetano.
Il 10 aprile 1944, apparve un manifesto firmato da Almirante in cui si decretava la pena della fucilazione per tutti i partigiani che non avessero deposto le armi e non si fossero prontamente arresi. Rimase in clandestinità dal 25 aprile 1945 fino al settembre 1946, pur non essendo ufficialmente ricercato.
Partecipò alla fondazione dei Fasci di Azione Rivoluzionaria insieme aPino Romualdi e Clemente Graziani nell’autunno del 1946. Il 5 maggio 1958 al termine di un comizio a Trieste, Almirante è denunciato dalla Questura per «Vilipendio degli Organi Costituzionali dello Stato».
Il 16 giugno 1971 il Procuratore della Repubblica di Spoleto Vincenzo De Franco chiede alla Camera dei Deputati l’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per i reati di “Pubblica Istigazione ad Attentato contro la Costituzione“ ed “Insurrezione Armata contro i Poteri dello Stato”. L’autorizzazione venne concessa il 3 luglio 1974 dalla Camera dei deputati, con la contrarietà del solo MSI. Il segretario missino aveva infatti affermato durante il congresso del partito, con chiaro riferimento ai regimi di Salazar, Papadopoulos e Franco: «I nostri giovani devono prepararsi all’attacco prima che altri lo facciano. Da esso devono conseguire risultati analoghi a quelli conquistati in altri paesi d’Europa quali il Portogallo, la Grecia e la Spagna».
Così, nel 1974 ne parla la questura di Roma: «Il dr. Giorgio Almirante, segretario della giunta esecutiva del Movimento Sociale italiano, già redattore capo di ‘Il Tevere’ e di ‘Difesa della razza”, capo Gabinetto del ministero della Cultura popolare della pseudo Repubblica di Salò, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le sue recenti manifestazioni politiche di esaltazione dell’infausto ventennio fascista e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche ai quali informa la sua attività, tendente a far rivivere istituzioni deleterie alle pubbliche libertà e alla dignità del paese».
Il terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra – reo confesso della strage di Peteano – racconta nel 1982 di un Almirante che procura 35.000 dollari al terrorista Carlo Cicuttini, dirigente del MSI friulano, coautore della strage e autore della telefonata trappola che portò i carabinieri alla autobomba, affinché modificasse la sua voce durante la sua latitanza in Spagna con un intervento alle corde vocali. Nel giugno del 1986, a seguito dell’emersione dei documenti che provavano il passaggio del denaro tramite una banca di Lugano, il Banco di Bilbao e il Banco Atlantico, Giorgio Almirante e l’avvocato goriziano Eno Pascoli vennero rinviati a giudizio per il reato di favoreggiamento aggravato verso i
due terroristi neofascisti. Pascoli verrà condannato per il fatto; Almirante invece, dopo un’iniziale condanna, si fece più volte scudo dell’immunità parlamentare anche per sottrarsi agli interrogatori fin quando si avvalse di un’amnistia grazie alla quale uscì definitivamente dal processo.
Ernesto De Marzio, capogruppo del MSI alla Camera ha raccontato di aver presenziato, nel 1970, ad un incontro tra Junio Valerio Borghese ed Almirante nel corso del quale quest’ultimo, alle richieste di adesione all’imminente colpo di stato avanzate da Borghese, avrebbe risposto: «Comandante, se parliamo di politica e tu sei dei nostri devi seguire le mie direttive: ma se il terreno si sposta sul campo militare allora saremo noi ad attenerci alle tue indicazioni».
L’ammiraglio Gino Birindelli, presidente del MSI dal 1972 al 1974 e precedentemente in contatto conOrdine Nero, racconta in un’intervista del 2005, e l’ex ministro La Russa che a quei tempi frequentava i “sanbabilini” dovrebbe ricordarselo, l’atteggiamento di copertura tenuto dal partito di Almirante nei confronti degli assassini dell’agente di poliziaAntonio Marino.
Per finire, ricordiamo le felicitazioni di Almirante ad Augusto Pinochet dopo il golpe contro Allende, per le quali fu pubblicamente ringraziato dallo stesso generale.
Forse Napolitano queste cose se le è scordate. Forse è troppo vecchio per fare il presidente di questa nostra Repubblica. Forse è il caso che si dimetta. O che qualcuno ne chieda la rimozione. Prima che se ne esca con la rivalutazione storica di Benito Mussolini: “Che quando c’era lui i treni arrivavano in orario”.
Brillamento bomba fosforo a largo Ancona Ordigno, con altri 8, era stato rinvenuto in porto +CLICCA PER INGRANDIRE Redazione ANSAANCONA22 giugno 201417:37NEWS Archiviato in Armi da fuoco (ANSA) - ANCONA, 22 GIU - Si sono concluse alle 16 le operazioni di brillamento della prima bomba d'aereo al fosforo da 100 libre facente parte del gruppo di ordigni - altre 4 bombe al fosforo e 4 proiettili d'artiglieria - sganciati durante la guerra nei Balcani e rinvenuti nel porto di Ancona durante i lavori di ricognizione del fondale marino. Le operazioni si sono svolte su un pontone appositamente attrezzato per il brillamento della bomba e la successiva combustione del fosforo in completa sicurezza.
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